Dopo nove anni dalla chiusura dovuta al drammatico incendio che aveva colpito in particolare il torrione sud-est e l’Appartamento di Vittorio Emanuele II, da sabato 11 novembre 2017 riapre ufficialmente al pubblico, grazie al fondamentale sostegno della Compagnia di San Paolo, l’intero percorso musicale nel Castello di Moncalieri con gli Appartamenti della Principessa Maria Letizia e Maria Clotilde di Savoia, la Cappella Reale e l’Appartamento del Re Vittorio Emanuele II.
Sebbene dopo l’incendio si siano ancora svolte mostre in ambienti non danneggiati, dal 2012 la chiusura è stata totale e i lavori di restauro sono iniziati, estesi a tutto il percorso di visita.
Oggi la dimora dei duchi, principesse, re e regine, ad un tempo testimone di fatti storici e della vita di Corte, abitata fino al 1926, viene restituita al pubblico, con la successione degli ambienti più ricchi e di quelli destinati alla vita privata: dove l’incendio aveva devastato, un recupero molto innovativo né evoca gli spazi.
I restauri condotti dagli architetti del MiBACT e da numerosi restauratori che si sono dedicati alle superfici decorate, alle tappezzerie, alla ceramiche, alla carta, alle passamanerie, alle stoffe, ai dipinti e agli arredi e che hanno visto il coinvolgimento del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale sono stati realizzati anche grazie ai fondi ARCUS.
Arch. Laura Moro - Direttrice del Castello di Moncalieri
Il Castello di Moncalieri conserva l’impianto architettonico dato nel XVII secolo, sui resti di una struttura medioevale, di cui sono segno le torri cilindriche quattrocentesche mantenute in facciata. A partire dal 1612, Carlo Emanuele I diede inizio ai lavori di ampliamento dell’antica persistenza, proseguiti sotto Vittorio Amedeo I e la Madama Reale, Maria Cristina di Francia. Nei successivi decenni, con l'intervento degli architetti Andrea Costaguta, Amedeo di Castellamonte, Carlo Morello e altri, l’edificio assunse la configurazione odierna. Si deve soprattutto ad Amedeo di Castellamonte l’impianto architettonico e la logica distributiva: lo schema alla francese e pavillon, qui caratterizzato con la posizione del corpo di fabbrica principale avanzato, affacciato sulla pianura, mentre due gallerie laterali si allungano verso la collina, saldandosi ai terrazzamenti superiori anticamente sistemati a bosco ed a giardini.
Residenza preferita di Vittorio Amedeo II, durante il regno di Carlo Emanuele III, l’edificio fu oggetto di numerosi interventi, sotto la direzione di Benedetto Alfieri; gli abbellimenti proseguirono al tempo di Vittorio Amedeo III (morto a Moncalieri nel 1796), con l’intervento dell’architetto messi mese Francesco Martinez, primo architetto regio, a cui si devono ulteriori complesse risistemazioni e si attribuiscono, tra le altre, l’inserimento della Cappella Regia e la “carrozzeria” nel piazzale antistante il castello (l’attuale Giardino delle rose). Passato il periodo francese, nel 1817, si intrapresero con Vittorio EManuele I nuovi interventi e riplasmazioni: furono allora realizzati lo scalogno a tre rampe opera di Carlo Rondoni (1820 - 1822) e la Cavallerizza in fondo al cortile principale.
L’Appartamento di Vittorio Emanuele II e della consorte, la regina Maria Adelaide, venne, per loro stessa volontà, interamente ammodernato ed allestito secondo il gusto eclettico tipico della seconda metà dell’Ottocento e in tale veste ci è pervenuto. Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, il castello ospitò stabilmente la principessa Maria Clotilde di Savoia e la figlia Maria Letizia (che ci morì 1926), che apportarono nuove modifiche all’allestimento interno tardo settecentesco. Occupato durante la seconda guerra mondiale, nel 1948 il complesso divenne sede del 1° Battaglione Carabinieri “Piemonte”. Negli anni del dopoguerra gli unici appartamenti ancora allestiti e la Cappella Regia furono consegnati dall’amministrazione sabauda agli uffici Ministeriali di tutela, che hanno provveduto in tempi e fasi successive al loro mantenimento, recupero e apertura al pubblico.
Dopo l’incendio del 2008 che ne imposto la chiusura con la vasta ed articolata campagna di restauri che è seguita, il percorso del Castello risulta oggi ampliato e dotato di un completo adeguamento impiantistico e di sicurezza. Gli interventi degli Appartamenti hanno comportato una rilettura delle vicende decorative, quale traccia per coerenti scelte di restauro all’insegna di un criterio filologico: ci restituiscono gli ambienti in una veste in parte rinnovata che mantiene il fascino della dimora vissuta, Nelle sale irreversibilmente danneggiate, il recupero “evocativo” proposto ricompensa della perdita subita con un allestimento del tutto innovativo e ricco di spunti per la futura valorizzazione del Castello.
Digitalizzazione ad alta defnizione, progettazione multimediale, sviluppo del software: Dott. Marco Stucchi
Progetto struttura e livelli di interattività, progetto grafico interfaccia utente, coordinamento con i curatori scientifici: Arch. Clara Distefano