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(Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone, 1530-31)
Ogni spicchio della cupola è popolato da quattro figure disposte su piani differenti e in dialogo tra loro. Si tratta di profeti e sibille, non sempre chiaramente identificabili a causa della mancanza di attributi specifici. Questi personaggi rappresentano il tramite tra il cielo e la terra, attraverso cui Dio (rappresentato nella lanterna soprastante) si rivela fin dai tempi antichi. I profeti e le sibille testimoniano quindi la continua attesa della Redenzione da parte dell’umanità: i primi furono nell’Antico Testamento gli annunciatori della salvezza di Israele e di tutta l’umanità per opera del Messia promesso da Dio; le seconde, pur appartenendo al mondo pagano, sono qui rappresentate per le loro doti di indovine, intendendo in tale maniera allargare l’attesa della Redenzione dal popolo eletto a tutta l’umanità. Tale funzione è espressa attraverso le posizioni e i gesti: quasi tutte le figure principali tendono un braccio verso l’alto e rivolgono lo sguardo verso il basso, tenendo in mano libri o cartigli.
I quattro profeti, cosiddetti maggiori per la lunghezza dei loro testi biblici, sono Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele, mentre gli altri dodici sono identificati con Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia. In aggiunta a questi viene collocato tra i profeti anche il re Davide, proprio perchè anche i Salmi, di cui era ritenuto l’autore, contengono numerosi accenni al Messia promesso.
Per quanto riguarda le sibille, si riporta qui l’elenco delle dieci riconosciute nel mondo greco-romano. Tali nomi furono integrati nelle epoche successive: la Persica, la Libica, la Delfica, la Cimmeria, l’Eritrea, la Samia, la Cumana, l’Ellespontina, la Frigia e la Tiburtina.
I medaglioni a monocromo dei costoloni della cupola raffigurano episodi dell’Antico Testamento, che nel contesto del ciclo di Santa Maria di Campagna assumono il significato di prefigurazione della venuta di Cristo e di testimonianza del progetto di Dio padre sull’umanità. Si tratta in genere di racconti in cui emerge il disegno di Dio sul mondo, oltre che di personaggi che diventano immagine di Cristo e di Maria o testimonianza di fede e coraggio. Inoltre, nella parte superiore e in quella inferiore di ogni medaglione, i costoloni sono popolati da putti con animali e oggetti dal valore simbolico, il cui significato è in genere collegato a quanto rappresentato nell’episodio biblico. I momenti scelti per il ciclo sono: La creazione del mondo, La creazione dell’uomo, L’arca di Noè, Il sacrificio di Isacco, Giuseppe venduto dai suoi fratelli, Mosè che riceve le tavole della legge, Davide con la testa di Golia e Giuditta e Oloferne.
La figura sullo sfondo, vestita di nero e con un corno in mano, può essere identificata con la sibilla Delfica.
L’arca di Noè - Costolone a sinistra
Su indicazione divina Noè costruì una grande e capiente imbarcazione, per salvare dal Diluvio universale se stesso e la sua famiglia, ma anche i rappresentanti di tutte le specie degli altri esseri viventi. Alla fine del diluvio una colomba portò a Noè un rametto d’ulivo; l’evento non solo segnò la fine delle tribolazioni per coloro che si trovavano sull’arca, ma annunciava anche l’inizio di una nuova era di pace tra Dio e gli uomini. L’episodio sta ad indicare come Dio decida di mettere in salvo chi è giusto.
Sopra
Due putti giocano con un uccello.
Sotto
Due putti giocano con una lepre. Questa scena e quella nel settore soprastante intendono alludere ad animali dell’aria e della terra.
Il sacrificio di Isacco - Costolone a destra
Dio, per mettere alla prova la fede di Abramo, gli ordina di sacrificare il proprio figlio Isacco. Mentre Abramo sta per compiere il sacrificio sul monte Moriah, un angelo del Signore scende a bloccarlo e gli mostra un ariete da immolare in sostituzione di Isacco. La narrazione dell’episodio biblico può essere interpretata come prefigurazione del sacrificio di Cristo, mentre l’intervento divino a fermare la mano di Abramo si collega al contenuto del tondo a monocromo del fregio sottostante (Spurio Melio soccorre la plebe).
Sopra
Due putti con frutta e in compagnia di un piccolo animale occupano la zona soprastante la medaglia. Frutti e animali sono simbolo di ciò che dopo Abramo verrà sacrificato a Dio.
Sotto
Nella parte inferiore del costolone troviamo nuovamente putti e una scimmia.
I profeti come di consueto mostrano un cartiglio. La sibilla, con i capelli sciolti, sparsi sulle spalle e un libro in mano, potrebbe in questo caso essere identificata con Cimmeria.
Il sacrificio di Isacco - Costolone a sinistra
Dio, per mettere alla prova la fede di Abramo, gli ordina di sacrificare il proprio figlio Isacco. Mentre Abramo sta per compiere il sacrificio sul monte Moriah, un angelo del Signore scende a bloccarlo e gli mostra un ariete da immolare in sostituzione di Isacco. La narrazione dell'episodio biblico può essere interpretata come prefigurazione del sacrificio di Cristo, mentre l'intervento divino a fermare la mano di Abramo si collega al contenuto del tondo a monocromo del fregio sottostante (Spurio Melio soccorre la plebe).
Sopra
Due putti con frutta e in compagnia di un piccolo animale occupano la zona soprastante la medaglia. Frutti e animali sono simbolo di ciò che dopo Abramo verrà sacrificato a Dio.
Sotto
Nella parte inferiore del costolone troviamo nuovamente putti e una scimmia.
Giuseppe venduto dai suoi fratelli - Costolone a destra
Giuseppe, figlio prediletto di Giacobbe, attira su di sè l’invidia degli undici fratelli, alimentata anche dai sogni del giovane, nei quali egli prevale su di loro. Come è illustrato nel medaglione, i fratelli decidono di venderlo per venti monete d'argento a una carovana di mercanti di passaggio, che lo conducono in Egitto come schiavo. Nella figura biblica di Giuseppe si coglie, pertanto, una prefigurazione di Cristo, mentre nel fregio sottostante, raffigurante Il combattimento di Valerio Corvino, si vuole mostrare come anche nella storia antica, nonostante gli uomini credessero agli dei pagani, si possano individuare i segni della presenza di Dio a fianco del giusto.
Sopra
Putti reggono l’erma di Mida, il re che trasformava in oro tutto ciò che toccava.
Sotto
Due putti si contendono un arco. Il fatto che la zona soprastante, dedicata a Mida, e la presente siano collegate tra loro, vuole significare che l’oro porta l’uomo alla guerra.
Il personaggio incatenato è stato identificato con Sansone, catturato dai Filistei e legato a una macina. La figura con la veste dorata e il velo bianco potrebbe essere la sibilla Persica.
Giuseppe venduto dai suoi fratelli - Costolone a sinistra
Giuseppe, figlio prediletto di Giacobbe, attira su di sè l’invidia degli undici fratelli, alimentata anche dai sogni del giovane, nei quali egli prevale su di loro. Come è illustrato nel medaglione, i fratelli decidono di venderlo per venti monete d'argento a una carovana di mercanti di passaggio, che lo conducono in Egitto come schiavo. Nella figura biblica di Giuseppe si coglie, pertanto, una prefigurazione di Cristo, mentre nel fregio sottostante, raffigurante Il combattimento di Valerio Corvino, si vuole mostrare come anche nella storia antica, nonostante gli uomini credessero agli dei pagani, si possano individuare i segni della presenza di Dio a fianco del giusto.
Sopra
Putti reggono l’erma di Mida, il re che trasformava in oro tutto ciò che toccava.
Sotto
Due putti si contendono un arco. Il fatto che la zona soprastante, dedicata a Mida, e la presente siano collegate tra loro, vuole significare che l’oro porta l’uomo alla guerra.
Mosè riceve le tavole della legge - Costolone a destra
Mosè è raffigurato nell’atto di ricevere le tavole della legge. L’evento si svolge sul monte Sinai, dove al profeta è rivelato direttamente da Dio il decalogo, scritto su pietra e poi mostrato al popolo d’Israele. Egli è prefigurazione di Cristo, "nuovo Mosè", che porterà a compimento la rivelazione. Il tondo del fregio sottostante (La moglie di Orgiagonte presenta la prova della sua fedeltà) si collega al tema della legge e della giustizia, in quanto costituisce il racconto di una barbarie subita e vendicata.
Sopra
Due putti tengono prigionieri due animali: un ariete e un uccello.
Sotto
Due putti tentano di cavalcare un caprone con le lunghe corna, simbolo del diavolo. In entrambi i casi si allude alla vittoria della legge sul male e sull’irrazionalità.
La figura in piedi, vestita di verde e di bianco e indicante verso l’alto, potrebbe essere il profeta Daniele, identificabile grazie al leone che si trova al suo fianco. Dopo aver conquistato grazie alla sua saggezza la fiducia del re Nabucodonosor, Daniele diventa funzionario di corte ed interprete dei sogni del re. La sua reputazione gli permette di continuare la sua attività anche dopo la conquista di Babilonia da parte dei Persiani. Il re di questo popolo, infatti, a sua volta apprezzerà i consigli del profeta, che, tuttavia, cade in disgrazia a causa di nemici. Quando il re si vedrà costretto a gettarlo in pasto ai leoni, Daniele riuscirà miracolosamente a domare le belve.
Mosè riceve le tavole della legge - Costolone a sinistra
Mosè è raffigurato nell’atto di ricevere le tavole della legge. L’evento si svolge sul monte Sinai, dove al profeta è rivelato direttamente da Dio il decalogo, scritto su pietra e poi mostrato al popolo d’Israele. Egli è prefigurazione di Cristo, "nuovo Mosè", che porterà a compimento la rivelazione. Il tondo del fregio sottostante (La moglie di Orgiagonte presenta la prova della sua fedeltà) si collega al tema della legge e della giustizia, in quanto costituisce il racconto di una barbarie subita e vendicata.
Sopra
Due putti tengono prigionieri due animali: un ariete e un uccello.
Sotto
Due putti tentano di cavalcare un caprone con le lunghe corna, simbolo del diavolo. In entrambi i casi si allude alla vittoria della legge sul male e sull’irrazionalità.
Davide con la testa di Golia - Costolone a destra
Davide, prima di diventare re d’Israele, quando ancora ragazzo era un umile pastore, diede prova di grande audacia sfidando il gigante filisteo Golia, che terrorizzava gli ebrei; armato di una semplice fionda, egli colpì il nemico in fronte, facendolo stramazzare al suolo; allora gli balzò addosso e, impadronitosi della sua spada, gli tagliò la testa. Nella presente scena Davide è rappresentato trionfante, con in mano le armi e il piede sulla testa dello sconfitto. Tali caratteristiche iconografiche ne fanno il simbolo della fede e del coraggio che trionfano sulla violenza bruta grazie all’aiuto di Dio. Il tondo del fregio sottostante, raffigurante La fortezza di Cinegiro, presenta un esempio di forza e virtù sovrumane, stabilendo un evidente parallelismo con il valore e la temerarietà dell’eroe biblico.
Sopra
Un putto cavalca un’aquila mentre altri due putti si contendono un ariete.
Sotto
Alcuni putti tengono prigioniero un caprone nero, simbolo del diavolo. Questa scena, come l’altra analoga nella parte superiore del medesimo costolone, intende rimarcare come il debole possa vincere contro il malvagio, nonostante quest’ultimo sia apparentemente più forte, grazie all’aiuto divino.
La figura in piedi in primo piano, con una cesta in mano, il braccio e lo sguardo rivolti verso l’alto, è forse identificabile con il profeta Abacuc, che, infatti, fu mandato da un angelo a sfamare Daniele, da giorni rinchiuso nella fossa dei leoni, portandogli in un canestro zuppa e pane. Alle sue spalle potrebbe trovarsi la sibilla Libica, caratterizzata da una corona di fiori che le adorna il capo.
Davide con la testa di Golia - Costolone a sinistra
Davide, prima di diventare re d’Israele, quando ancora ragazzo era un umile pastore, diede prova di grande audacia sfidando il gigante filisteo Golia, che terrorizzava gli ebrei; armato di una semplice fionda, egli colpì il nemico in fronte, facendolo stramazzare al suolo; allora gli balzò addosso e, impadronitosi della sua spada, gli tagliò la testa. Nella presente scena Davide è rappresentato trionfante, con in mano le armi e il piede sulla testa dello sconfitto. Tali caratteristiche iconografiche ne fanno il simbolo della fede e del coraggio che trionfano sulla violenza bruta grazie all’aiuto di Dio. Il tondo del fregio sottostante, raffigurante La fortezza di Cinegiro, presenta un esempio di forza e virtù sovrumane, stabilendo un evidente parallelismo con il valore e la temerarietà dell’eroe biblico.
Sopra
Un putto cavalca un’aquila mentre altri due putti si contendono un ariete.
Sotto
Alcuni putti tengono prigioniero un caprone nero, simbolo del diavolo. Questa scena, come l’altra analoga nella parte superiore del medesimo costolone, intende rimarcare come il debole possa vincere contro il malvagio, nonostante quest’ultimo sia apparentemente più forte, grazie all’aiuto divino.
Giuditta e Oloferne - Costolone a destra
La città giudea di Betulia viene liberata dall’assedio imposto da Oloferne, generale assiro, grazie a Giuditta, ricca vedova, bella e virtuosa. Sapendo che i suoi concittadini stanno per arrendersi, Giuditta si presenta a Oloferne con la sua serva e con doni, fingendo di essere venuta a tradire i suoi. Una volta rimasta sola con Oloferne, completamente ubriaco, la donna approfitta della situazione per portare a termine il suo piano: rubata la spada al nemico, gli taglia la testa e la porta in città come trofeo. Giuditta viene ritenuta la prefigurazione di Maria, in quanto ha procurato la salvezza al suo popolo e ha sconfitto il male (Oloferne). Nel tondo a monocromo del fregio sottostante, le Sabine supplicano i loro fratelli e mariti di non continuare la guerra, intrapresa a causa del loro rapimento.
Sopra
Un putto regge un elmo, mentre l’altro pone un piede sopra a un drago sconfitto, in cui si può riconoscere un simbolo del male.
Sotto
Un putto abbraccia un leprotto e un altro tiene nelle mani un uccello con le ali da farfalla.
Il personaggio nudo e rappresentato di spalle è il profeta Giona, come apertamente dichiarato nel cartiglio sotto la sua mano ("IONAS"). Il profeta, a cui il Signore aveva comandato di andare a predicare a Ninive, rappresenta una prefigurazione di Gesù, che si consegna ai suoi nemici, muore e dopo tre giorni risorge. Giona, infatti, che in un primo momento aveva disobbedito all’ordine di Dio, fuggendo su una nave, sorpreso da un temporale in mare aperto, svelò ai compagni di viaggio di essere la causa dell’ira divina che si abbatteva su di loro. I marinai, allora, gettarono dalla nave il profeta, che caduto tra le onde fu inghiottito da un grande pesce. Giona rimase nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, fino a che Dio non lo fece espellere sulla spiaggia, consentendogli di recarsi a Ninive per portare a termine la sua missione. La donna anziana con il capo coperto potrebbe raffigurare la sibilla Ellespontica.
Giuditta e Oloferne - Costolone a sinistra
La città giudea di Betulia viene liberata dall’assedio imposto da Oloferne, generale assiro, grazie a Giuditta, ricca vedova, bella e virtuosa. Sapendo che i suoi concittadini stanno per arrendersi, Giuditta si presenta a Oloferne con la sua serva e con doni, fingendo di essere venuta a tradire i suoi. Una volta rimasta sola con Oloferne, completamente ubriaco, la donna approfitta della situazione per portare a termine il suo piano: rubata la spada al nemico, gli taglia la testa e la porta in città come trofeo. Giuditta viene ritenuta la prefigurazione di Maria, in quanto ha procurato la salvezza al suo popolo e ha sconfitto il male (Oloferne). Nel tondo a monocromo del fregio sottostante, le Sabine supplicano i loro fratelli e mariti di non continuare la guerra, intrapresa a causa del loro rapimento.
Sopra
Un putto regge un elmo, mentre l’altro pone un piede sopra a un drago sconfitto, in cui si può riconoscere un simbolo del male.
Sotto
Un putto abbraccia un leprotto e un altro tiene nelle mani un uccello con le ali da farfalla.
La creazione del mondo - Costolone a destra
Dio padre è raffigurato come un vecchio dalla lunga barba con le braccia aperte e protese in avanti nell’atto di creare la terra, rappresentata da una grande sfera. Tale raffigurazione sintetizza icasticamente tutti i passaggi che scandiscono il racconto biblico dell’origine del mondo, ad eccezione di quello relativo alla creazione dell’uomo, a cui è dedicato il medaglione successivo.
Sopra
Un putto sostiene una sfera armillare, modello della sfera celeste, mentre l’altro tiene per il collo un’oca, animale legato contemporaneamente sia al cielo, sia alla terra, sia all’acqua.
Sotto
Putti che portano frutti e foglie, prodotti della terra.
I due profeti non sono chiaramente identificabili, mentre è possibile formulare ipotesi più puntuali rispetto all’identità delle sibille. Quella sullo sfondo, con la spada e il capo coperto da un velo, potrebbe essere la sibilla Eritrea, mentre la figura con la veste rossa in primo piano, chinata a indicare un passo del libro nelle mani di un profeta, sarebbe riconoscibile come la sibilla Frigia.
La creazione del mondo - Costolone a sinistra
Dio padre è raffigurato come un vecchio dalla lunga barba con le braccia aperte e protese in avanti nell’atto di creare la terra, rappresentata da una grande sfera. Tale raffigurazione sintetizza icasticamente tutti i passaggi che scandiscono il racconto biblico dell’origine del mondo, ad eccezione di quello relativo alla creazione dell’uomo, a cui è dedicato il medaglione successivo.
Sopra
Un putto sostiene una sfera armillare, modello della sfera celeste, mentre l’altro tiene per il collo un’oca, animale legato contemporaneamente sia al cielo, sia alla terra, sia all’acqua.
Sotto
Putti che portano frutti e foglie, prodotti della terra.
La creazione dell’uomo - Costolone a destra
Dio ha appena creato Adamo, rappresentato disteso a terra e ancora senza vita, e sta soffiando nelle narici della sua creatura un alito vitale, facendo di lui un essere vivente. Si può, infatti, notare il fiato che giunge all’uomo dalla bocca del Padre.
Sopra
Un putto con stemmi e una tromba, mentre altri due sono raffigurati in atto di abbeverare un cerbiatto.
Sotto
Tre putti sostengono un otre, contenitore per liquidi, ma anche simbolo del dio dei venti, Eolo, che vi racchiuse i venti contrari alla navigazione per favorire Ulisse.
Il profeta al centro, riccamente vestito, con in mano un libro e una cetra ai suoi piedi, potrebbe essere identificato con Davide.
La creazione dell’uomo - Costolone a sinistra
Dio ha appena creato Adamo, rappresentato disteso a terra e ancora senza vita, e sta soffiando nelle narici della sua creatura un alito vitale, facendo di lui un essere vivente. Si può, infatti, notare il fiato che giunge all’uomo dalla bocca del Padre.
Sopra
Un putto con stemmi e una tromba, mentre altri due sono raffigurati in atto di abbeverare un cerbiatto.
Sotto
Tre putti sostengono un otre, contenitore per liquidi, ma anche simbolo del dio dei venti, Eolo, che vi racchiuse i venti contrari alla navigazione per favorire Ulisse.
L’arca di Noè - Costolone a destra
Su indicazione divina Noè costruì una grande e capiente imbarcazione, per salvare dal Diluvio universale se stesso e la sua famiglia, ma anche i rappresentanti di tutte le specie degli altri esseri viventi. Alla fine del diluvio una colomba portò a Noè un rametto d’ulivo; l’evento non solo segnò la fine delle tribolazioni per coloro che si trovavano sull’arca, ma annunciava anche l’inizio di una nuova era di pace tra Dio e gli uomini. L’episodio sta ad indicare come Dio decida di mettere in salvo chi è giusto.
Sopra
Due putti giocano con un uccello.
Sotto
Due putti giocano con una lepre. Questa scena e quella nel settore soprastante intendono alludere ad animali dell’aria e della terra.