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(Bernardino Gatti detto il Soiaro, 1543)
I sottarchi delle bifore sono popolati da putti e grottesche, motivi tipici dello stile decorativo all’antica, che si diffonde in epoca rinascimentale e che è in genere legato alle tecniche ad affresco o a stucco. Al centro di tali composizioni si trovano simboli che rimandano a Cristo o alla Vergine. Questi segni erano in genere immediatamente riconoscibili dai fedeli e racchiudevano in sè concetti o riferimenti della dottrina cristiana. In tale posizione, inoltre, erano più visibili rispetto ad altre sezioni dell’intero ciclo (come i tondi, ad esempio), nonostante le dimensioni ridotte.
Sono qui raffigurati: il Velo della Veronica, il Monogramma IHS, la Croce, il Globo crucigero, la Corona di dodici stelle, l’incipit dell’Ave Maria, la Corona di spine e lo Spirito Santo.
La croce dorata, con bracci della medesima lunghezza e disposta al centro del fondo blu, è attorniata da volti di putti e tralci ricchi di foglie, fiori e grappoli d’uva.
Una sfera dorata sormontata da una croce rappresenta il globo crucigero, simbolo del dominio di Cristo (rappresentato dalla croce) sull’universo (la sfera).
La corona di dodici stelle che si staglia su un fondo blu, attorniata da quattro putti, richiama la corona della donna dell’Apocalisse, Maria (“Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle.” – Ap 12,1).
Quattro figure reggono altrettanti cesti colmi di frutta. Si vedono, poi, due anfore, che presentano come decorazione mascheroni dal volto mostruoso. Al centro dei sottarchi un medaglione a sfondo blu contiene, nel primo, le parole “AVE MARIA”, nel secondo, “GRATIA PLENA”, con chiaro riferimento all’incipit della preghiera mariana per eccellenza, anche nota come salutatio angelica.
Due figure, per metà umane e per metà vegetali, mostrano una cornice di frutti, che al centro presenta una corona di spine, chiaro simbolo della Passione di Cristo. Lo spazio circostante è occupato da girali dalle foglie carnose, fiori e da due maschere, da cui si dipartono altri racemi.
Quattro putti tengono un piede su altrettante teste di ariete. Nello spazio soprastante si apre un tondo con una bianca colomba, simbolo dello Spirito Santo, che si staglia su un fondo blu ed è circondata da raggi luminosi. Tutt’intorno si trovano racemi, foglie e maschere mostruose.
Quattro putti cavalcano e abbracciano affettuosamente mostri alati, con il corpo da felino e le corna. Al centro si trova un panno bianco su cui è effigiato il volto di Cristo, raffigurante il velo della Veronica. Secondo la tradizione cristiana, quest’ultima, durante la salita di Gesù al Calvario, deterse il volto del Messia sporco di sangue con un panno di lino, che ne avrebbe conservata l’impronta.
La sigla IHS compare già anticamente nelle abbreviazioni utilizzate nei manoscritti greci del Nuovo Testamento. Essa indica il nome di Gesù in greco antico e a lettere maiuscole (IHΣOYΣ = Iesous). Particolare impulso alla sua diffusione del monogramma viene da san Bernardino da Siena, cui è spesso associato dalla tradizione iconografica.