Testi: Arch. Manuel Ferrari
Il 2018 sarà un anno unico per la Cattedrale che la vede protagonista con due grandi eventi: il nuovo allestimento di Kronos-museo del Duomo che rende permanente il percorso di salita alla cupola del Guercino e la mostra “I misteri della Cattedrale. Meraviglie nel labirinto del sapere” che racconta, attraverso preziosi manoscritti tra cui lo straordinario “Libro del Maestro”, il medioevo a Piacenza.
Il labirinto nella tradizione cristiana vuole significare il cammino simbolico dell’uomo verso Dio, una sorta di pellegrinaggio terreno. Il più antico che si conosca in una chiesa cristiana è a Ravenna e molti altri ne furono costruiti nel medioevo soprattutto all’interno di cattedrali italiane e francesi. Scrittori come L.Borges hanno dedicato molta attenzione al tema quale metafora del faticoso tentativo dell’uomo di afferrare la conoscenza. Questo sforzo è esemplificato nei libri. Scrigni e gelosi custodi di un sapere antico, tramandato per generazioni fino a noi, passando per il paziente lavoro degli amanuensi, attraverso l’innovazione della stampa fino a giungere alla rivoluzione digitale. La cattedrale di Piacenza presenta uno strano labirinto verticale, non immediatamente riconoscibile ma percepibile nel momento in cui decidiamo di avventurarci nei cunicoli medievali nascosti che ci conducono fino alla cupola. Quasi un pellegrinaggio che ci mostra, non senza fatica, quella straordinaria cupola del Guercino che Sgarbi ha definito il rifugio di Dio. In questi luoghi inusuali si è deciso di allestire una mostra del sapere. Alla fatica concettuale del comprendere si aggiunge quella fisica di esplorare una biblioteca “impossibile”, in luoghi fantastici da secoli dimenticati. Il labirinto è così abitato dai libri: la sapienza tramandata nella carta prova di dare soluzione al bisogno di conoscenza dell’uomo.
Nell’anno europeo della cultura la mostra vuole sottolineare l’importanza rivestita nel medioevo da Piacenza quale straordinario crocevia tra centro-nord Europa e Mediterraneo, realizzando la vocazione già palesata in età romana. La città si situava proprio nel punto di incontro delle maggiori direttrici che solcavano la val Padana, nel punto di intersezione con il fiume Po al centro di “un’area di strade”, costituita da vie maggiori e minori, fiumi, canali, infrastrutture a questi legate. La peculiare situazione geografica ne influenzò lo sviluppo culturale, politico, economico ed urbanistico. I borghi piacentini d’età altomedioevale localizzati attorno a S. Antonino, S. Siro, S. Lorenzo – a sud est -, S. Brigida a sud ovest legarono nascita ed ubicazione al particolare sviluppo viario urbano, oltreché all’esistenza di enti ecclesiastici di grande prestigio. La presenza di strade, commerci, uomini favorì un altrettanto vivace attività culturale con conseguente diffusione di idee e di libri. Nei secoli XII e XIII, tra le istituzioni ecclesiastiche, spiccavano per prestigio e potere la chiesa cattedrale e S. Antonino, alle quali sono da riferirsi le biblioteche e gli archivi più antichi e prestigiosi della città. La città quindi in età medioevale, raggiunge il ruolo di protagonista del commercio regionale, spostando la sua attenzione anche oltre il Mediterraneo; basti pensare alla riunione del Concilio indetto da e alla riscoperta di interesse verso la Terra Santa con l’indizione di una crociata. Altrettanto può dirsi per Bobbio. Dopo l’arrivo nel VII secolo di Colombano e dei monaci irlandesi, il monastero cresce fino ad estendere nel medioevo la propria giurisdizione su un territorio vastissimo. Gli scriptoria di Piacenza e Bobbio arrivano in tal modo a svolgere un ruolo rilevante nelle vicende culturali europee e in particolare si pongono quali punti di contatto fra popoli differenti.
Il patrimonio archivistico piacentino per l’età medioevale – secc. VIII-XV – è di assoluto rilievo nel panorama europeo. Si tratta di una mole di materiale immensa nota agli specialisti ma non al grande pubblico. I soli atti sciolti pergamenacei ammontano a quasi 20.000 unità divise tra i più cospicui fondi diplomatici conservati in città: Archivio capitolare della Cattedrale, Archivio capitolare di S. Antonino, Archivi storici diocesani (sedi di Piacenza e di Bobbio), Archivio di Stato. Monumento del Medioevo piacentino è il Libro del Maestro della Cattedrale, un totum liturgico che dal XII secolo è stato modello e tesoro per la liturgia. La documentazione sulla vita religiosa e il culto è conservata nell’archivio storico diocesano, nelle due sedi di Piacenza e di Bobbio. La città conserva una delle biblioteche scolastiche medioevali più ricche d’Europa presso l’archivio del capitolo di Sant’Antonino, dove sono contenuti i testi delle auctoritates che hanno dato vita al canone scolastico delle letture dei classici; oltre a essere stata base della cultura di tutti gli intellettuali fino all’età moderna ha formato e influenzato personalità come Dante e Petrarca. I frammenti e i manoscritti sono 105 (databili dal secolo IX al XV). Nella stessa sede è conservato anche il frammento piacentino, una delle prime testimonianze della lingua italiana.I protocolli dei notai (dal 1230 ca.) sono tra i più numerosi dell’Italia settentrionale. L’Archivio di Stato conserva il Registrum magnum, liber iurium della città, specchio della società comunale piacentina e gli statuti trecenteschi che regolavano la vita economica, sociale e politica a Piacenza. La biblioteca comunale Passerini-Landi, conserva il Salterio di Angilberga, il più antico manoscritto della città voluto per il monastero di San Sisto nel 827d.c. e poi venduto dai monaci nel 1803, per essere riacquistato nel 1820 dal Poggi e poi donato alla città.
Nell’anticamera delle sagrestie superiori ha inizio il percorso di visita introdotto da un’intervista a Valerio Massimo Manfredi, testimonial dell’evento. La prima sosta (che si raggiunge transitando nel coro del presbiterio da cui si può ammirare, da posizione ravvicinata, il grande polittico sopra l’altare (XV secolo), il coro ligneo e le volte affrescate da L. Carracci e C. Procaccini) è all’interno dell’Archivio storico capitolare, che accoglie, all’interno dei grandi armadi lignei del XVIII sec., la sezione musicale. Oltre alla visione dei codici esposti sarà possibile ascoltare la riproduzione di alcuni brani contenuti. Ridiscesi sul presbiterio la visita continua all’interno delle sagrestie superiori dove poter ammirare antichi codici, libri e pergamene dall’VIII al XV sec., provenienti dalla Biblioteca Ambrosiana, dalla Biblioteca Nazionale Braidense, dalla Biblioteca Palatina, dagli Archivi di Stato di Piacenza e Parma, dagli Archivi capitolari della Cattedrale e di Sant’Antonino, dagli Archivi storici diocesani di Piacenza e Bobbio, dalla Biblioteca comunale Passerini Landi. Tutto il materiale è raggruppato in cinque sezioni che documentano la storia civile e religiosa del territorio: economia e società, cultura scolastica, cultura del clero e la fede, vita nella diocesi, liturgia.
L’ultima sezione è interamente dedicata al Libro del Maestro, un totum liturgico che dal XII secolo è stato modello e tesoro per la liturgia e che costituisce una summa culturale secondo la concezione medievale. Studiato in tutto il mondo, il Libro del Maestro è un raro esempio di documento paleografico che riporta indicazioni sul costume e sulla liturgia ed è indicativo dell'arte e della musica dei secoli successivi all'anno Mille, oltre a comprendere informazioni sulla sacra rappresentazione. Per facilitare la comprensione di questo manoscritto e illustrare le sezioni di cui è composto, il visitatore è accolto all’interno di una sala multimediale posta sopra l’archivio corrente, all’interno della quale è proiettato un video prodotto da Gionata Xerra. Delle postazioni touch screen consentono di sfogliare virtualmente il volume, comprendere il funzionamento del trattato astronomico-astrologico con l’ausilio di applicazioni. Terminata la visita al codice continua il percorso di salita alla cupola sopra detto.
Kronos - Museo della Cattedrale si mostrerà da aprile completamente rinnovato, per la prima volta con un ingresso indipendente dai giardini delle absidi su via Prevostura. Accoglieranno i visitatori una nuova biglietteria e book-shop. Nella prima sala interamente dedicata al medioevo un video introduce il percorso raccontando la conformazione del complesso episcopale piacentino dal IV sec. fino alla costruzione dell’attuale cattedrale. Nella stessa sala il trittico del XIV sec. di Serafino de Serafini e gli affreschi staccati di Antonio de Carro. La sala delle sculture, quella degli argenti e quella dei paramenti faranno da introduzione alla piccola pinacoteca in cui saranno esposte preziose pale d’altare, come I diecimila martiri crocifissi di Elisabetta Sirani, la Madonna dello Zitto di Giovanni Battista Tagliasacchi, la Morte di San Francesco Saverio di Robert De Longe, il San Gerolamo e l’angelo di Guido Reni in dialogo con uno straordinario Achrome di Piero Manzoni della collezione MCM Mazzolini.
Il percorso di ascesa vede le prime due tappe all’interno delle sagrestie superiori e degli spazi sovrastanti l’archivio capitolare dove sarà allestita la mostra “I misteri della Cattedrale. Meraviglie nel labirinto del sapere” (vedi sotto). Dalla sala che accoglie il Libro del Maestro la salita continua con una prima scala addossata all’abside sinistra che conduce ai matronei del presbiterio. Due ambienti dai quali sarà possibile un nuovo affaccio sotto le volte del presbiterio affrescate da Ludovico Carracci e Camillo Procaccini ed un secondo sul transetto destro della Cattedrale alla quota delle volte delle navate laterali. Le due sale ospiteranno due installazioni di arte contemporanea. Proseguendo la salita percorrendo le loggette del lato sud della cattedrale si raggiunge il sottotetto del matroneo nord, accompagnati da ulteriori installazioni, fino a raggiungere la quota dell’affaccio in cupola. Entrati nella loggia del tamburo prende il via lo show di luci ideato da Davide Groppi che anima una parte dopo l’altra gli affreschi per un racconto emozionale e coinvolgente dello spettatore. Con la messa in sicurezza di tutti i lati dell’ottagono della cupola sarà possibile percorrerne tutto il perimetro per una fruizione ravvicinata di tutto il ciclo pittorico. Dopo l’usuale affaccio dalla croce di facciata per ammirare la città dall’alto, comincia il percorso di discesa.
Ridiscesa la prima rampa di scale, raggiungiamo il sottotetto del transetto nord dove un documentario racconta il grande cantiere di restauro di fine ‘800 voluto dal vescovo Scalabrini. Percorse le scale a chiocciola e raggiunto il sottotetto nella navata nord si è accolti da opere smantellate durante il cantiere tra cui apparati scultorei, capitelli, mensole, lapidi e i grandi torcieri lignei barocchi che anticamente ornavano le colonne della navata centrale.
A conclusione del percorso, un passaggio all’interno del campanile consente una vista unica sull’impalcato ligneo interno che porta fino alla cella campanaria passando vicino alla gabbia di ferro, affacciata sulla piazza, voluta da Ludovico il Moro come monito per reati commessi contro la chiesa. Il percorso di visita consente la salita e l’ingresso alla stanza dell’orologio. Qui sono ancora presenti gli ingranaggi settecenteschi che muovevano le lancette del quadrante posto in facciata e sopravvissuto fino ai restauri scalabriniani. Scendendo all’interno delle scale medievali nello spessore di muratura, approdiamo nella navata nord della Cattedrale in corrispondenza della cappella di San Corrado Confalonieri.