Testi: Dott.ssa Susanna Pighi - Ufficio Beni Culturali Diocesi di Piacenza e Bobbio
Nella navata centrale e nel transetto della basilica si ammirano affreschi di Bernardino Lanzani, databili tra 1526 e 1530.
Nato a San Colombano al Lambro intorno al 1460, il pittore fu attivo a Castel San Giovanni (1490), Milano, Pavia e altre sedi lombarde. Nell’ottobre 1526 firmò un contratto dettagliato con l’abate Urbano, cui successe l’anno seguente l’abate Placido, per la decorazione della navata centrale e del transetto della basilica, del portico antistante e del chiostro del monastero. Restano i dipinti murali eseguiti all’interno della chiesa. Nelle lunette delle campate compaiono ventisei immagini tra cui i protagonisti dell’Annunciazione, Apostoli, Evangelisti, Dottori della Chiesa, San Benedetto e San Colombano. Sotto il cornicione è dipinto un elaborato fregio di fiori, fogliami e cartigli con frasi bibliche, nelle volte della crociera, entro medaglioni, compaiono il Busto di San Colombano e dei principali abati del monastero. Sull’arcone che precede il presbiterio è raffigurato Papa Gregorio Magno che approva la regola di San Benedetto. Del pittore è anche la ragguardevole pala d’altare con la Madonna e Gesù Bambino tra i Santi Benedetto e Caterina d’Alessandria, collocata nel transetto di sinistra.
Il presbiterio è decorato da affreschi del 1752 di Luigi Mussi, Antonio Alessandri, Antonio Contestabili. Del ciclo fanno parte busti di santi nei pennacchi, i dipinti che celebrano due dei miracoli più noti del santo ovvero San Colombano e il miracolo dell'anfora (parete sinistra), San Colombano e il miracolo dell'orso aggiogato al bue (parete destra), la Gloria di San Colombano nella volta. In quest’ultima possiamo vedere il santo portato in gloria dagli angeli. In questi episodi il santo irlandese veste il saio nero dei benedettini per espresso volere dei committenti. Particolare attenzione meritano anche il coro ligneo e il lettorile, preziose opere di Domenico da Piacenza, datate 1488.
Il mosaico pavimentale di San ColombanoCome già precisato nella volta a crociera mediana del transetto, entro medaglioni, compaiono i busti dei principali abati e santi monaci del monastero di Bobbio.
Nella vela verso la navata centrale vi è l’immagine di Cuniberto (o meglio Cumberto), un monaco che fu probabilmente discepolo di Colombano. Le reliquie di questo santo sono attestate nella chiesa inferiore insieme a quelle di altri monaci. E’ presentato in atto di leggere un libro.
La vela verso il braccio sinistro del transetto reca l’immagine di Sant’Allo in abiti monacali a mani giunte. Il religioso visse nel cenobio di Bobbio seguendo la regola colombaniana, ma anche di questo santo abbiamo scarse notizie.
Nella volta mediana:
Al centro è raffigurato il busto di San Colombano, qualificato da piviale, mitra e pastorale, in atto di benedire: reca il modellino dell’abbazia nella mano sinistra e sulla spalla corrispondente la colomba, suo usuale attributo.
Nella vela verso il presbiterio è dipinto San Suniberto, in veste da abate come San Colombano, con piviale e mitra. Nel XV secolo, dopo l’avvento dei Benedettini, furono rinvenute spoglie sacre nella cripta che i documenti riconducono ad alcuni dei santi monaci vissuti nel complesso di Bobbio. Tra questi figura Suniberto di cui poco si conosce.
Nella vela verso il braccio sinistro è presente San Walcario, uno dei santi monaci le cui spoglie furono rinvenute nella chiesa inferiore della basilica. E’ raffigurato a mani giunte con l’abito bianco dell’ordine.
Nella volta del braccio sinistro del transetto:
Sant’Attala. E’ raffigurato nel medaglione circolare al centro della volta. Originario della Borgogna, morì nel 627. Postosi sotto la guida di Colombano a Luxeuil, lo seguì nel viaggio in Italia ed ebbe un ruolo importante nella fondazione del monastero di Bobbio, del quale divenne abate nel 615, come immediato successore del carismatico santo irlandese.
Nella volta del braccio destro del transetto:
San Bertulfo. Nel tondo dipinto al centro è presentato con piviale e mitra. Fu il terzo abate del monastero, tra 627 e 639. Le sue spoglie riposano nella cripta della basilica.
Il programma iconografico del ciclo approntato dal Lanzani è composito: innanzitutto la glorificazione dei Santi Fondatori dell’ordine benedettino, ma anche l'esaltazione dell'Eucaristia e della Passione di Cristo. Di spicco sono le figure intere a grandezza naturale dipinte in coppia su fondo neutro nelle lunette di navata centrale e transetto, qualificate da cromie vivaci e da profili definiti. Particolarmente interessanti dal punto di vista iconografico appaiono le immagini di San Filippo, San Giacomo Maggiore, San Colombano, San Girolamo.
La lunetta di sinistra nella terza campata della navata centrale propone le raffigurazioni di un apostolo identificato come Sant’Andrea e di San Paolo. Il primo ha sembianze attempate, con una folta barba bianca; la veste è semicoperta da un manto giallo ocra ampiamente panneggiato. L’apostolo reca nella mano destra il libro sacro e regge con la sinistra una lunga croce. San Paolo, in veste verde e manto rosso, mostra invece una spada (suo usuale attributo) e il libro sacro.
La lunetta di destra nella terza campata della navata centrale è dedicata alle immagini di San Pietro, identificabile grazie alle chiavi che reca nella mano sinistra, e San Giacomo Maggiore. I due apostoli sono entrambi presentati in atto di leggere un libro aperto. Secondo la consueta iconografia dell’apostolo, San Giacomo è in abiti da pellegrino con bordone, ampio mantello e cappello a larga tesa.
La lunetta opposta presenta gli altri due evangelisti, San Marco con il leone e San Giovanni con l’aquila (dettaglio del volto). Il primo mostra il Vangelo, il secondo una penna e il Libro sacro.
Nel braccio sinistro del transetto, la lunetta corrispondente esibisce le immagini degli evangelisti Luca e Matteo. Il primo, affiancato dal toro alato, ha il Vangelo in una mano e la penna nell’altra. Il secondo, in sembianze giovanili, precede ed indica un angelo, suo attributo specifico, che sorregge il Vangelo aperto.
Nel braccio destro del transetto, sulla lunetta della parete di fondo il Lanzani ha dipinto le immagini di due santi dai lineamenti attempati. Il personaggio raffigurato a sinistra in abiti episcopali è Sant’Ambrogio di Milano, identificabile grazie al flagello a tre code, suo specifico attributo. A destra è affrescato San Girolamo in atto di leggere un libro, riconoscibile grazie al cappello cardinalizio e al leone.
Nella cripta della basilica sono collocati il prezioso sarcofago marmoreo di San Colombano, realizzato nel 1480 da Giovanni Patriarchi da Milano, e i sepolcri del secondo e del terzo abate di Bobbio, Sant’Attala e San Bertulfo. Il sarcofago del fondatore venne commissionato dai Benedettini. In marmo bianco, l’arca marmorea è davvero rilevante dal punto di vista scultoreo. Sul coperchio è raffigurato San Colombano dormiente, con un libro aperto ai piedi. Nei riquadri che ornano le facce del sarcofago sono scolpiti il Miracolo dell’orso e del bue, San Colombano che scrive la Regola Monastica, Il dono dell’idria, Il santo che libera i contadini dalle insidie, Il santo come fondatore di Bobbio.
Lastra tombale del santo
Sul coperchio è raffigurato San Colombano dormiente. Il santo poggia il capo su di un cuscino e giace, vestito di piviale e mitra, con le mani incrociate sul lungo pastorale. Ai piedi è deposto un libro aperto, le cui pagine recano un’iscrizione.
Miracolo dell’orso e del bue (lato sinistro dell’arca)
La scena raffigura San Colombano rivolto verso un contadino che ara, con un giogo trainato da bue e orso. Il riferimento è a un noto episodio miracoloso. Si narra che durante l’aratura del terreno intorno all’abbazia di Bobbio, un orso uscì dal bosco aggredendo e uccidendo il povero bue aggiogato. San Colombano rimproverò l’orso che aveva interrotto così cruentemente un operato eseguito nel nome del Signore. L’orso divenne mansueto, lasciandosi aggiogare e portando a termine il lavoro.
San Colombano che scrive la Regola Monastica (fronte, a sinistra - vedi immagine sopra)
Due monaci di San Colombano sono raffigurati genuflessi al cospetto del Padre Eterno che osserva dall’alto il fondatore dell’abbazia, seduto sulla sinistra in atto di scrivere la regola monastica.
Il dono dell’idria (fronte, al centro - vedi immagine sopra)
La scena raffigura un pontefice, identificato come Gregorio Magno (oppure come Onorio I) seduto su un trono riccamente scolpito. E’ colto in atto di porgere un vaso ansato (la cosiddetta idria) a San Colombano. Nel museo dell'abbazia è esposta un'idria di alabastro che, secondo la tradizione, è quella donata al santo irlandese.
Il santo che libera i contadini dalle insidie (fronte, a destra - vedi immagine sopra)
L’affollata scena presenta San Colombano sulla sinistra in atto di benedire, accompagnato da un monaco. Sulla destra è raffigurato un gruppo di sei personaggi maschili in balia delle tentazioni pagane (simboleggiate dallo stuolo di diavoletti che si librano in alto).
Il santo come fondatore di Bobbio (lato destro dell’arca - vedi immagine sopra)
La scena presenta un monaco genuflesso al cospetto di San Colombano, raffigurato in piedi con un libro aperto nella mano destra e il modellino dell’abbazia nella sinistra.