Alle porte di Cuneo, nei pressi di Sant’Albano Stura, è affiorato un ritrovamento archeologico di eccezionale rilevanza: un’estesa necropoli longobarda, costituita da circa 800 tombe in gran parte dotate di corredo, che risulta la più grande in Italia e una tra le principali in Europa. La necropoli si estende su un ampio terrazzo fluviale affacciato sulla Stura, si articola a file secondo uno schema rigoroso ed ordinato e all’orizzonte, verso ovest, è protesa verso le Alpi. La scelta del luogo e la geometria dell’impianto planimetrico rivelano un’evidente attenzione per il paesaggio, una forte consapevolezza progettuale e un legame stretto con il territorio. Le indagini archeologiche sono state condotte in due campagne di scavo (2009-2011) in occasione della realizzazione dell’Autostrada Asti-Cuneo. La necessità contingente di proseguire i lavori autostradali ha dato modo di condurre lo scavo con una tecnica innovativa e sperimentale: il prelievo e la successiva analisi in laboratorio dei pani di terra contenenti i reperti. La tecnica adottata ha preservato i materiali archeologici e velocizzato l’intervento, trasferendo in laboratorio tutte le operazioni successive allo scavo e al rilievo delle fosse. Sono stati avviati anche i restauri dei reperti grazie ad una convenzione fra tra Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Autostrada Asti-Cuneo e Anas. La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e il Comune di Cuneo hanno voluto presentare al pubblico l’unicità di questo ritrovamento e gli esiti degli studi sin qui condotti con una piccola mostra, allestita presso il Museo Civico di Cuneo, propedeutica ad un più vasto allestimento permanente.
Il progetto ha inteso coniugare divulgazione scientifica rigorosa e metodi di comunicazione innovativi ma con una importante premessa: il consistente lavoro di elaborazione dei dati non doveva essere finalizzato solo alla comunicazione, ma innanzitutto alla stesura di elaborati con valore scientifico. In questo modo il ricorso a sistemi multimediali diventa un’occasione di sistematizzazione e verifica. Il progetto multimediale diventa quindi una risorsa preziosa che da un lato si conferma come strumento didattico versatile, sempre aggiornabile ed efficace e dall’altro stimola e coinvolge maggiormente l’utente finale, specie se dotato di un ruolo attivo. La corretta condivisione e diffusione dei risultati gioca oggi un ruolo fondamentale e consente, se efficace, di porre le basi per nuovi sviluppi.
Per questo primo allestimento sono state progettate due installazioni interattive, complementari tra loro sia per i contenuti sia per le tecnologie adottate. La prima è un totem con schermo touch di grandi dimensioni in cui è visualizzato una immagine di tipo qtvr interattivo; la seconda installazione è un espositore con una vetrina contente i reperti e dotata di dispositivi video e tattili, anch’essi interattivi.
Committente: Comune di Cuneo - Settore Cultura e Attività Promozionali.
Progetto e coordinamento scientifico: Egle Micheletto, Sofia Uggé - Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie.
Evento: Mostra “Prove per un NUOVO MUSEO - Ritrovamenti archeologici lungo l'Asti-Cuneo”.
Questa installazione ha uno scopo introduttivo ed esplorativo del sito archeologico.
E’ un prisma bifacciale in cui il pannello frontale presenta una gigantografia satellitare sui siti archeologici di riferimento, affiancata da una mappa tattile per non vedenti. Sul lato opposto un monitor touch da 55” offre al visitatore un’esplorazione interattiva dello scavo archeologico: un viaggio condotto dallo spettatore che, con semplici comandi può osservare la necropoli a 360° con tecnologia QTVR e agire sull’orientamento e sull’ingrandimento della visualizzazione. L’uso di tale tecnologia è parsa in questo caso fondamentale per dare conto dell’evidente attenzione per il paesaggio, della forte consapevolezza progettuale e dello stretto legame con il territorio che la scelta del luogo e la geometria dell’impianto planimetrico longobardo rivelano.
La sensazione di coinvolgimento dello spettatore è accresciuta dalle grandi dimensioni del display. Durante la navigazione è possibile poi accedere a livelli di approfondimento più specifici richiamando, tramite alcuni punti sensibili presenti a schermo, ricostruzioni virtuali di dettaglio delle tombe più significative e schede illustrate sui corredi funebri più interessanti.
L’installazione è il prodotto di un gruppo di lavoro che si è costituito e strutturato aggregando molteplici competenze ed esperienze individuali e condivise nel settore dei Beni Culturali, in particolare nell’ambito delle architetture scomparse. La ricostruzione virtuale, costituisce anche per il caso della necropoli in oggetto, un valido supporto alla comunicazione, rivolta ad un pubblico eterogeneo, e alla ricerca, utile agli studiosi per materializzare e confrontare i dati di scavo acquisiti nel corso delle indagini sul campo.
Sono state modellate 776 tombe, complete di ogni dettaglio strutturale e accessorio (buche di palo, natura del terreno, ciottoli, presenza di segnacoli, ecc.), a cui sono state applicate le texture dei materiali campionate dalle foto di scavo e approvate dagli archeologi; lo scavo così ricostruito è stato poi georeferenziato, cioè posizionato nel contesto reale e correlato al sistema stradale e ai terreni soprastanti. Il centro della necropoli è stato scelto come punto di vista per lo spettatore e da qui si è proceduto con le riprese fotografiche reali e virtuali, successivamente intarsiate fra loro per la creazione della fotografia immersiva. Particolare attenzione è stata riservata alle condizioni di illuminazione nel set virtuale, così da elaborare un’ambientazione scientificamente corretta e coerente per condizioni atmosferiche, posizione del sole e relative ombre al set reale.
Nella visualizzazione a monitor il visitatore è al centro dell’area di scavo ricostruita nel paesaggio attuale e può volgere lo sguardo in ogni direzione trascinando il dito sullo schermo, oppure ampliare o restringere l’inquadratura operando con il cursore posto alla base della videata.
Alcuni hot point richiamano l’attenzione verso 6 tombe campione, le stesse presenti in miniatura nel cruscotto inferiore. Si tratta di tombe di particolare interesse scelte dai curatori per tipologia o corredo e sono state oggetto di una modellazione più dettagliata.
Ulteriori hot spot rimandano a schede di approfondimento, accompagnate da immagini fotografiche o brevi filmati.
In ogni momento si può ritornare alla veduta generale dello scavo selezionando il tasto centrale del cruscotto.
Il progetto multimediale ha incluso lo studio dell’interfaccia grafica, realizzata ad hoc per l’installazione e coordinata con l’immagine grafica della mostra.
Sul fondo della sepoltura quattro ciottoli costituivano la base di appoggio di una barella funeraria adatta ad accogliere il corpo del defunto.
Il personaggio possedeva uno scramasax e una cintura del tipo multiplo con guarnizioni in ferro ageminato: i decori disegnano intrecci di animali stilizzati, dei quali si riconoscono teste con becco e zampe. La tomba conteneva anche una punta di freccia, un coltello e un paio di cesoie. A queste ultime sono stati attribuiti molti possibili valori simbolici, tra cui il legame con il taglio dei capelli (sede delle forze vitali) in particolari momenti della vita, come l'iniziazione del guerriero.
La fossa ha dimensioni tali (m 2,50 x 1,90) da indicare che fosse destinata a due inumati, uno dei quali su barella lignea appoggiata su ciottoli alle due estremità; anche gli oggetti sono riferibili a due corredi.
Entrambi gli uomini erano dotati di scramasax (coltellaccio a un taglio) contenuto nel fodero, freccia e coltello. Il primo soggetto indossava una cintura con guarnizioni in bronzo e aveva alcune monete bronzee nella borsa; il secondo aveva anch'egli una borsa dotata di chiusura e contenente acciarino e pietra focaia.
Dato l'analogo armamento, i due guerrieri dovevano avere un ruolo sociale simile; la contestualità della sepoltura sembra denotare un legame fra i due personaggi, se non una causa di morte comune.
Questa installazione è destinata alla presentazione interattiva dei reperti archeologici.
Nell'ideazione dell'espositore sono stati assunti e reciprocamente integrati i seguenti obiettivi: massimo livello di conservazione, visibilità e comunicazione dei reperti, con particolare attenzione agli ipovedenti e non vedenti, funzionalità operativa e manutentiva, design facilmente integrabile in un contesto di architettura storica.
Una parte significativa della progettazione è stata dedicata all'aspetto multimediale, in questo caso “multi-sensoriale”, assecondando virtualmente l’inevitabile desiderio del pubblico di maneggiare reperti, sovente preziosi e delicati, sfruttando le più recenti tecnologie di ripresa, restituzione e visualizzazione tridimensionale.
A corredo della teca espositiva, un tablet contiene le scansioni laser-scanner fotorealistiche dei reperti più significativi; attraverso un software dedicato l’utente sceglie l’oggetto da visualizzare e, con semplici tocchi, può farlo ruotare su se stesso o ingrandirne la vista. L’immagine del tablet è duplicata su un grande display così che anche gli altri visitatori possano fruire della “scoperta” del reperto.
Il settore della grafica a rilevo dedicata ai portatori di disabilità visive è già evoluto e codificato e sono state quindi elaborate mappe e grafici di conseguenza. Grazie alle scansioni laser-scanner già effettuate, sono state realizzate delle riproduzioni tattili in stampa solida dei reperti più significativi, aggiungendo così una opportunità di conoscenza ai non vedenti.
Dott. Marco Stucchi
Realizzazione di immagine ad altissima definizione. Creazione di immagini panoramiche immersive. Post-elaborazioni. Grafica, ed interrattività sul monitor touch-screen
Arch. Fernando Delmastro
Progettista degli apparati espositivi e della grafica. Coordinamento della visualizzazione interattiva della necropoli. Direzione dei lavori di allestimento.
Arch. Clara Distefano
Progettista degli apparati espositivi e della grafica. Modellazione 3D della necropoli. Disegni ricostruttivi. Esecutivi grafici. Elaborazione dei disegni ricostruttivi.
Colophon (ingrandisci...)
Space Cookies s.n.c. Rendering fotorealistici e postproduzione delle immagini
Ad hoc 3D solutions s.r.l.
Scansioni laser scanner, visualizzazioni e riproduzioni tattili dei materiali archeologici