Fonte: Diocesi di Piacenza e Bobbio
Il 30 ottobre del 2012 un mattone cade dal cono del campanile della Cattedrale, sulla piazza antistante. Intervengono tempestivamente i vigili del fuoco che procedono a transennare l’area circostante. La diocesi fa prontamente verificare le condizioni statiche del cono. Una squadra di rocciatori, calandosi dall’angelo con le funi, percorre tutta la superficie del cono. Rimuove le parti pericolanti ma il verdetto finale è perentorio: è necessario procedere con il restauro al fine di garantire la pubblica incolumità di chi transita nella piazza. Anche il comune con Ordinanza del 02 novembre 2012, prescrive di intervenire urgentemente con la “messa in sicurezza definitiva” del campanile.
Comincia quindi una lunga raccolta fondi per sostenere gli onerosi restauri, preceduta da una progettazione attenta e mirata. Solo sul finire dello scorso anno 2014 è stato possibile ottenere risposte confortanti da enti ed istituzioni, pubblici e privati, che hanno permesso alla diocesi di dare il via all’installazione del ponteggio. Data la concomitanza con EXPO 2015, si è pensato di offrire alla cittadinanza ed ai turisti, la possibilità di salire in quota, sfruttando la struttura già predisposta per il restauro, potendo quindi conoscere la città da un punto in quota inedito ed irripetibile. Sarà altresì possibile accedere all’interno del cono e trovare alcune installazioni pensate a misura per arricchire l’esperienza di visita.
Al termine di EXPO 2015, il ponteggio che fino a qual momento raggiungerà solo la quota di appoggio del cono del campanile, avvolgerà poi tutta la cuspide, fino all’angelo, e permetterà agli operatori di completare il restauro del paramento in laterizio. Se le condizioni metereologiche lo permetteranno entro la fine dell’anno in corso, tutto il ponteggio sarà smontato e la Cattedrale sarà restituita alla città in tutta la sua bellezza.
Con il progetto di salita in quota “Piacelift”, i visitatori contribuiranno a sostenere i restauri della Cattedrale. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la cittadinanza attraverso una partecipazione attiva secondo la quale, ognuno, comprendendo il valore del patrimonio culturale che gli appartiene, è chiamato a far qualcosa perché questo possa essere consegnato alle generazioni future.