Le prime documentazioni storiche ed archeologiche relative allo sfruttamento delle miniere di ferro dell'Elba nordorientale sono riconducibili e databili con certezza agli Etruschi. I primi insediamenti fissi risalgono intorno al XV secolo, e costituivano il punto di accesso al mare del vicino centro abitato di Rio nell'Elba. In quei periodi infatti le incursioni dei pirati che provenivano avevano spinto gli abitanti a costruire i paesi sulle colline: le uniche costruzioni presenti all'epoca erano la torre di guardia, l'oratorio di San Rocco ed alcuni edifici di servizio. In epoca più recente, il progressivo l'intensificarsi dello sfruttamento minerario dell'area, lo stabilirsi a Rio Marina dell'Ufficio delle Miniere e lo sviluppo dell'attività portuale l'ha portata ad essere un centro autonomo e successivamente nel XIV secolo un comune autonomo.
I cantieri principali erano due: la miniera di Rio, situata a nord ovest rispetto all'abitato di Rio Marina, e la miniera di Rio Albano situata circa una decina di chilometri a nord. Del cantiere di Rio Albano fanno parte i seguenti cantieri: il contiere di Fornacelle, Monte Calendozio, Venezia, Puppaio, Pistello. Il catiere più a sud di Rio Albano e situato alla base settentrionale del Monte Giove ed è il cantiere Le Conche. Esso è stato attivo dal 1940 al 1968, e l'attività estrattiva si è sviluppata sia a cielo aperto, sia in galleria a quota 7, 39 e 80. Le tre panoramiche che seguono si riferiscono al cantiere Le Conche, nel quale a causa dell'attività estrattiva e dell'accumulo dell'acqua piovano si è creato un suggestivo e molto particolare laghetto di colore rosso intenso dovuto all'alta concentrazione di ossidi.