Il Teatro Municipale di Piacenza, inaugurato nel 1804, fu progettato da Lotario Tomba per una società di nobili piacentini a seguito dell'incendio che aveva distrutto il teatro ducale della Cittadella il 24 dicembre 1798. I lavori iniziarono nel settembre del 1803, e già il 10 settembre 1804 il teatro "Nuovo" fu inaugurato con grandi festeggiamenti e con l'esecuzione del dramma Zamori ossia l'Eroe delle Indie, composto per l'occasione dal maestro bavarese Giovanni Simone Mayr. La festa coinvolse la città intera in una giornata indimenticabile, animata da fiere di bestiame, fuochi artificiali, un macchinone in cartapesta allestito in Piazza Cavalli, feste da ballo e corse di cavalli. La sala piacentina – che conta oltre 1000 posti, fra platea, due ordini di palchi, due di galleria e uno di loggione – ha un impianto generale in stile neoclassico che ricorda la Scala di Milano. Tuttavia, diversamente dal progetto del Piermarini per il teatro milanese, che predispose la platea a forma di ferro di cavallo, Tomba progettò una pianta a tre quarti di ellisse, ritenendo tale impianto più rispondente alle leggi dell'ottica e dell'acustica.
Quanto all'allestimento interno, il Teatro Nuovo apre neoclassico, ma dopo poco più di vent'anni, nel 1830, le decorazioni interne richiedono un restauro e il nuovo allestimento viene affidato ad Alessandro Sanquirico, scenografo della Scala. I palchi si uniformano anche internamente: vengono dipinti tutti d'azzurro e decorati con stelline dorate. Sempre nel 1930 fu costruita la facciata, ma il suo aspetto attuale è frutto della rielaborazione che Sanquirico fa dell'idea iniziale del Tomba, ridimensionando l'influsso neoclassico. L'antiportico, presente anche alla Scala, è qui un elemento di carattere funzionale: le carrozze vi si fermavano sotto, come dimostrano anche i resti delle trottatoie, e riparava i signori che si affrettavano a entrare in teatro. La parte inferiore a bugnato di intonaco, è sovrastata da un colonnato ionico e da una bella balconata in pietra.
Fonte: www.teatripiacenza.it