Progetto: alternativemilano.eu
Promotore: Fondazione Carlo Perini
Fonte: cartella stampa e comitato scientifico Fondazione Carlo Perini
Dal progetto finanziato dal PNRR “La narrazione alternativa della città” nasce Alternative Milano, uno strumento culturale e didattico digitale per far conoscere e rendere fruibile il patrimonio storico e artistico custodito nelle periferie urbane milanesi.
Milano 10 ottobre 2025 - Quanti milanesi conoscono davvero la loro città? Quanti turisti si spingono oltre i confini ristretti della Ville Lumiere meneghina i cui primati nell’arte, nella moda e nel design rimbalzano sui media di tutto il mondo? Pochi. Eppure, oltre la Madonnina e il Castello Sforzesco, al di là delle mura spagnole e delle porte storiche, Milano nasconde un patrimonio artistico e culturale straordinario e largamente inesplorato. Dodici antichi Comuni aggregati a Milano oltre cent’anni fa, ricchi di storia e bellezza da scoprire: Affori, Baggio, Chiaravalle Milanese, Crescenzago, Gorla-Precotto, Greco Milanese, Lambrate, Musocco, Niguarda, Turro Milanese, Trenno e Vigentino. Un giacimento culturale che attende di essere scoperto per uscire da un’insensata marginalità sociale e di essere valorizzato in un’ottica di attrattività turistica. Ora, grazie ad Alternative Milano, questa ricchezza è a portata di tutti con un semplice click.
Alternative Milano offre agli utenti un’esperienza immersiva totale, grazie a immagini sferiche 360° e gigapan ad altissima risoluzione, realizzate attraverso un raffinato processo di “cucitura digitale” di centinaia e centinaia di singoli scatti che lasciano a bocca aperta per l’altissima qualità e la fedeltà cromatica delle opere inserite nel progetto.
Nella progettazione di Alternative Milano massima attenzione è stata posta all’accessibilità e alla fruibilità: gli utenti hanno la possibilità di selezionare i luoghi e gli itinerari in cui immergersi attraverso una mappa interattiva della città molto intuitiva; possono scegliere e approfondire le singole opere o i singoli elementi architettonici di loro interesse, grazie ad un ricco e accurato apparato di informazioni storico e artistiche disponibili in italiano e in inglese, o attivando una potente funzione di zoom-in che consente di scoprire dettagli minuti e preziosissimi spesso ignoti persino a chi questi luoghi li abita, li frequenta abitualmente o li studia. Ma non finisce qui: una serie di tracce audio podcast trasformano la visita in un racconto, accattivante e dalle tinte vivide grazie alle voci narranti in italiano e inglese di Fabio Ardu e di Nicole Halsey.
“Quando ci siamo candidati al Bando per accedere ai finanziamenti del PNRR potevamo limitarci a digitalizzare le migliaia di documenti del nostro patrimonio bibliografico e del nostro Archivio, riconosciuto dalla Soprintendenza d’interesse storico particolarmente importante. Sarebbe stata un’operazione assolutamente pregevole, ma ne avrebbe tratto beneficio solo un club ristretto di ricercatori, studenti o appassionati. Con Alternative Milano abbiamo preferito spingerci oltre e mettere cultura e conoscenza a disposizione di tutti i cittadini attraverso uno strumento digitale avanzato, facilmente accessibile e fruibile, il primo in Italia per dimensioni nel suo genere”, ha dichiarato Christian Iosa, Presidente della Fondazione Carlo Perini. “Alternative Milano è prima di tutto uno strumento di inclusione e democratizzazione culturale. In linea con la visione di una Milano policentrica, aperta e consapevole mette in primo piano le periferie urbane spesso trascurate nei processi di valorizzazione culturale, ma ricchissime di storie, memorie e identità da riscoprire e condividere. Studenti, cittadini e turisti così si incuriosiscono, si divertono e imparano cose nuove entrando in contatto con patrimoni culturali spesso nascosti, riscoprendo il valore dei luoghi quotidiani e contribuendo, senza accorgersene, a costruire una città più consapevole, inclusiva e unita.”
La Milano contemporanea deve gran parte della sua configurazione territoriale agli ampliamenti del 1873 e del 1923, che hanno segnato due momenti fondamentali per lo sviluppo della città. Nel 1873 Milano iniziò a uscire dai confini storici delineati dalle mura spagnole con l’aggregazione dell’antico Comune dei Corpi Santi. Successivamente ebbero luogo due ulteriori aggregazioni, entrambe a nord-est: nel 1904 quella di parte del Comune di Greco Milanese e nel 1918 quella del Comune di Turro Milanese. Fu però l’aggregazione del 1923, durante il periodo fascista, a far nascere la “Grande Milano”, con il Regio Decreto n. 1912 del 2 settembre 1923 “Aggregazione al Comune di Milano di undici Comuni contermini”, sui fronti settentrionale, orientale, occidentale e in parte anche meridionale. L’articolo 1 del Decreto stabiliva che: «I Comuni di Affori, Baggio, Chiaravalle Milanese, Crescenzago, Gorla-Precotto, Greco Milanese, Lambrate, Musocco, Niguarda, Trenno e Vigentino sono riuniti nell’unico Comune di Milano. Continua...
Le prime notizie su Affori risalgono al 915 quando la località viene citata nel Codice Diplomatico Longobardo come Affoni. Essa apparteneva ai monaci della basilica di San Simpliciano che vi possedevano terreni con la chiesetta di San Mamete, un oratorio con annesso un gruppo di cascine. Una delle ipotesi sull’etimologia, infatti, attiene alla locuzione ad fontem, per sottolineare l’abbondanza di fontanili nella zona. Un’altra ipotesi si basa sulla derivazione della grafia latina Afori, citata per la prima volta in un documento del 1280, dalla locuzione ad foras, che significa “da fuori” o “di fuori” per indicare che stava al di fuori della città. Continua...
Baggio trae il suo nome dall’etimo latino Badagio, cioè “bada al luogo”, facendo supporre la presenza di una torre di guardia, oppure da badius, corrispondente al colore rosso bruno del sottobosco. La località lega il suo nome alla potente famiglia dei Da Baggio, che annovera al suo interno Anselmo, eletto papa Alessandro II nel 1061. I Da Baggio avevano numerose proprietà nel sestiere di Porta Comasina all’interno della cerchia muraria di Milano (attuale Cerchia dei navigli), che andarono perdute con la distruzione della città operata dal Barbarossa nel 1162. La famiglia si ritirò quindi nel borgo di Baggio: esso accrebbe la sua popolazione, anche grazie a un numero considerevole di milanesi costretti all’esilio, che in parte si insediarono negli abitati di San Siro alla Vepra a nord-ovest, di Vigentino a sud, di Nosedo a sud-est e di Lambrate a est. Continua...
La storia dell’antico Comune di Chiaravalle Milanese è strettamente connessa alla fondazione dell’abbazia e in particolare agli eventi storici risalenti alla disputa tra papa Innocenzo II e l’antipapa Anacleto II successivamente al 1130. Al fine di dirimere la controversia Innocenzo II, nel maggio del 1135, convocò il Concilio di Pisa, chiamando a prendervi parte Bernardo di Clairvaux (Chiaravalle in francese), abate dell’ordine cistercense a quell’epoca all’apice della fama per santità, la cui azione fu decisiva per affermarne la potestà. Di ritorno dal Concilio Bernardo si fermò a Milano su invito dei maggiorenti del clero milanese che, dopo aver deposto l’arcivescovo nominato dall’antipapa, gli chiesero di intervenire come mediatore di pace tra le due fazioni per ottenere piena riconciliazione con il legittimo pontefice. A Bernardo, in segno di riconoscenza, fu permesso di erigere, a sud-est di Porta Romana, un monastero del suo ordine. Voto che si concretizzò nel 1135 con una donazione ai monaci, da parte del patriziato milanese, di terreni e cascine in località Rovegnano, nella Pieve di San Donato, dove venne edificata l’abbazia. L'insediamento monastico rappresentò una fase importante di trasformazione territoriale. La zona, infatti, sino ad allora fortemente condizionata da una falda acquifera che impregnava il terreno, era caratterizzata da un susseguirsi di acquitrini, paludi e boscaglie popolate da batraci e cicogne. Gli interventi di bonifica trasformarono l’area in una delle più floride della pianura milanese con la realizzazione di veri e propri prati artificiali, detti “marcite” (da pratum marcidum). In questo contesto l’attività agricola è stata favorita dalla presenza di numerosi corsi d’acqua tra cui la roggia Vettabbia, antico flumen mediolanensis navigabile sin dai tempi dei Romani. Continua...
Le prime tracce di Crescenzago risalgono all’età del bronzo (tra il 2300 a.C. e il 950-800 a.C.) e si collocano nei pressi della riva occidentale del fiume Lambro, nell’area attualmente compresa tra via Trasimeno e via San Mamete e segnata dalla presenza delle cascine Cattabrega e Bosco. Gli scavi archeologici hanno, infatti, messo in luce, nel 1867, utensili di bronzo che ora sono custoditi presso la Sezione preistoria e protostoria del Museo Archeologico del Castello Sforzesco di Milano. Continua...
Le prime tracce di Gorla sono documentate dal ritrovamento, avvenuto nel 1880, di tre tombe romane ad inumazione risalenti al IV secolo d.C. L’area si trovava lungo la strada comunale che da Gorla portava all’antico Comune di Turro nei pressi di villa Cottini, demolita nel XX secolo. Una di queste tombe conteneva una monetina del periodo di Costantino. La zona era, infatti, probabilmente occupata da un accampamento militare del tardo Impero romano, tanto vi fu rinvenuta un’ara dedicata alla dea Diana. Continua...
Le prime tracce di Precotto risalgono al XII secolo, quando il nome Pulcoctum viene conferito a una località di proprietà dei canonici ordinari del Duomo in una bolla di papa Eugenio III del 1148; nel 1162 il nome diventa Pullum cuctum, cioè “cibo cotto”, in una bolla di Papa Alessandro III. Il riferimento potrebbe essere attribuito a una locanda posta al bivio della via militare romana tra Monza e Bergamo. Continua...
Le prime notizie di un insediamento denominato Greco risalgono intorno all’anno Mille. Il nome, secondo la tesi più accreditata, deriva dalla sua posizione rispetto a Milano, ovvero dal vento greco o grecale che soffia da nord-est. Il territorio, appartenente alla Pieve di Bruzzano, aveva il suo fulcro attorno alla chiesa parrocchiale di San Martino. L’abbondanza di risorse idriche, costituite prevalentemente da acque sorgive, permetteva un’attività agricola rigogliosa, improntata alla produzione di ortaggi e foraggi per il bestiame. Continua...
La storia di Lambrate è legata al suo fiume, il Lambro, unico corso d’acqua che scorre nel territorio milanese a sfociare direttamente nel Po. Lo stesso nome, di origine celtica, riporta al fiume, detto anche Lombra, che deriva dall’aggettivo greco lampròs, riferito alla trasparenza delle sue acque. Le prime tracce di insediamenti umani risalgono all’età del bronzo (tra il 2300 a.C. e il 950-800 a.C.), in relazione ai ritrovamenti avvenuti in località Crescenzago, adiacente a Lambrate. Continua...
Le prime tracce di Musocco si trovano in alcuni documenti del XII secolo relativi a possedimenti di terreni agricoli, coltivati a vite, e a cascinali sparsi in una zona ricca di acque e boscaglie denominata Bosco della Merlata. Musocco deve il suo toponimo alla parola celtica mosa che significa “acquitrino”. In epoca medievale si trasforma in mussa/mussula/mosses per indicare un’area a ristagno d’acqua. Essa era interessata da risorgive e percorsa dai torrenti Nirone e Pudiga, che nel suo tratto milanese prende appunto il nome di Mussa. Il territorio, posto a nord-ovest di Milano lungo l’antica strada medievale che conduceva a Varese, intorno alla metà del Cinquecento era caratterizzato da cascine e distese di campi che facevano sembrare Musocco, Quarto Oggiaro, Vialba, Roserio, Cassina Triulza, Boldinasco, Garegnano e Villapizzone un’unica entità: ettari di terreni coltivati a gelsi, vite, cereali e ortaggi. Continua...
Le prime tracce di Niguarda risalgono al periodo romano e alle invasioni barbariche, come testimoniato dal rinvenimento di sarcofagi in epoche diverse, nonché di resti di mura tardo romane nell’attuale via Graziano Imperatore. Il villaggio si sviluppò a est del fiume Seveso lungo il tracciato della strada militare romana proveniente da Porta Cumana e diretta allo Stelvio passando per Desio (attuale Valassina). Continua...
La prima testimonianza storica dell’esistenza di Trenno risale all’anno 877, in epoca carolingia, quando nel testamento del giudice Averolfo vengono citate alcune proprietà ricadenti in Vico et fundus Triennio, probabilmente perché appartenute a un capitaneus avente tale nome. Il fulcro dell’antico Comune è la chiesa di San Giovanni Battista, nominata per la prima volta in un documento del 1017 relativo allo scambio di terreni tra i canonici di Sant’Ambrogio e Arioaldo da Baggio. Continua...
Le prime notizie di Turro risalgono ad alcuni documenti del 1489 dove si accenna alla sua esistenza nel 950 in relazione a un luogo fortificato, alle porte di Milano, denominato Tauri Turris (Torre del Toro), probabilmente una torre a presidio attorno alla quale si sviluppò l’antico borgo. Il toponimo potrebbe derivare dal nome proprio romano Turius. Il territorio era compreso fra due strade consolari: a ovest la via per Sesto, Monza e Olginate (oggi via Breda), a est la più importante via per Brescia (l’attuale via Padova). Continua...
La località di Vigentino, di epoca carolingia, viene citata per la prima volta in documenti di compravendita fondiaria del XII secolo. Il toponimo potrebbe essere ricondotto a vigilantinus, a indicare la presenza di un corpo di guardia oppure di un miliare medievale che segnalava la distanza di venti miglia romane da Pavia (un miglio romano era pari a circa 1480 m). Tale città era infatti collegata a Milano tramite la strada Vigentina, corrispondente all’attuale via Ripamonti. Continua...
La narrazione alternativa della città è il più grande progetto digitale in Italia per la transizione digitale della cultura. Accessibile dal sito www.alternativemilano.eu è stato finanziato dai fondi del PNRR e patrocinato dal Comune di Milano.
Il progetto digitale curato da Marco Stucchi si avvale di una web app multimediale e multidevice che consente di navigare all’interno di alcuni luoghi e monumenti di elevato valore artistico e culturale delle periferie urbane milanesi. Gli utenti possono immergersi In modo semplice e intuitivo tra i meravigliosi affreschi della Certosa di Milano e gli stalli del coro della millenaria Abbazia di Chiaravalle; passeggiare a Crescenzago, Gorla e Greco lungo il Naviglio Martesana tra antiche ville, borghi storici e monumenti; attraversare gli ampi spazi del Parco di Villa Litta Modignani ad Affori, con i suoi platani secolari ed eleganti elementi architettonici; percorrere i vicoli acciottolati di Baggio che, insieme a Trenno, conserva ancora intatta l’anima rurale lombarda con cascine, fontanili e marcite.
Sono oltre 60 i luoghi d’interesse mappati da Alternative Milano, tra chiese, cascine, monumenti, parchi, ville e fabbricati di archeologia industriale dei 12 antichi Comuni.
Da sinistra: Francesca Furst, Soprintendente Archivistico e Bibliografico della Lombardia - Roberta Osculati, Vicepresidente del Consiglio Comunale del Comune di Milano - Christian Iosa Presidente Fondazione Carlo Perini - Emanuele Rosa-Clot, Direttrice di Bell’Italia Cairo Editore - Marco Stucchi, curatore del progetto digitale
Il pubblico in Sala Alessi a Palazzo Marino durante la presentazione del progetto
La mappa interattiva del progetto Alternative Milano, dalla quale accede a tutte le funzioni del progetto
Marco Stucchi, durante la presentazione del progetto