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Gli affreschi della cupola

Testi: Dott.ssa Susanna Pighi - Ufficio Beni Culturali Diocesi di Piacenza e Bobbio

Alla realizzazione degli splendidi affreschi che dominano la cupola contribuì generosamente il vescovo Giovanni Linati (1620-1627). Le figure di Davide e Isaia sono di Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone, che chiamato a dipingere i Profeti nel 1625, morì ultimati i primi due spicchi. Nel 1626 gli subentrò il Guercino, che completò entro l’anno gli altri sei scomparti dei profeti (Aggeo, Osea, Zaccaria, Ezechiele, Michea, Geremia), nel 1627 le lunette in cui si alternano episodi dell’infanzia di Gesù a otto affascinanti Sibille e il fregio del tamburo, per la parte a grisaille di aiuti. Tra 1688 e 1689, il bolognese Marcantonio Franceschini affrescò i pennacchi e gli spazi preludenti alla galleria: rimane il Sogno di San Giuseppe esposto nel transetto destro.

Cupola del Guercino Cupola del Guercino

I profeti

Guercino a Piacenza
Profeta Ezechiele - Guercino

Appare paludato entro una veste damascata, con corta barba e chiome ramate sotto un turbante elegantissimo. Sostiene una tavola col suo nome in ebraico ed è il solo profeta con lo sguardo rivolto a chi osserva, scortato da un angioletto distratto a mezzo busto il cui cartiglio recita “PORTA HAEC CLAVSA ERIT” (Ezechiele 44,2 - “Questa porta resterà chiusa”), allusione alla verginità della Madonna.

Guercino a Piacenza
Profeta Michea - Guercino

Michea ha il volto di un anziano barbato a torso nudo cui un angelo biondo indica il Libro: brano pittorico di superbo impatto visivo per il contrappunto tra il manto verde petrolio con effetti cangianti del profeta e le stoffe candide del nunzio celeste. I due angioletti sottostanti svolgono il cartiglio “EX TE EGREDIET[VR] Q[VI] SIT D[OMI]NATOR IN ISR[AEL]” (Michea 5,2 - “Da te uscirà colui che sarà dominatore in Israele”), richiamo alle origini del Salvatore che accomuna Betlemme e Maria.

Guercino a Piacenza
Profeta Geremia - Guercino

Nell’affresco un angelo ricciuto introduce con gestualità garbata il vigoroso personaggio dalla barba canuta e dal copricapo autorevole, l’unico a esibire personalmente trattenendone un lembo il cartiglio premonitore “FOEMINA CIRCV[N]DABIT VIR[VM]” (Geremia 31,22 - “La donna circonderà l'uomo”), rinvio alla Vergine che avvolse nel corpo Cristo.

Guercino a Piacenza
Profeta David - Morazzone

Per i profeti dipinti dal lombardo, che ne documentano l’attività estrema, sono state ravvisate reminiscenze manieristiche di cultura romana. Siglati da luminosità, raffinatezza di tinte e modellato, forse sarebbero stati più apprezzati se non avessero dovuto competere con l’opera di Guercino. David, qualificato da accostamenti coloristici insoliti, è attorniato da creature celesti di cui una suona l’arpa e dalla scritta “GL[OR]IOSA DICTA SUNT DE TE” (Salmi 86,3 - “Di te sono dette cose gloriose”), rivolta a Gerusalemme, ma anche alla Vergine degna di ogni lode poiché madre del Messia.

Guercino a Piacenza
Profeta Isaia - Morazzone

Pier Francesco Mazzucchelli, noto come Morazzone dal paese d’origine (1573-1625 ?), portò a termine nel corso del 1625 solo due degli otto spicchi della cupola dedicati ai profeti che gli erano stati commissionati; ammalatosi gravemente dovette rinunciare all’impresa. Isaia è introdotto dal versetto biblico “ECCE VIRGO CONCIPIET” (Isaia 7,14 - “Ecco la Vergine concepirà”) con palese riferimento a Maria. Appare “quasi trascinato dal volo di bellissimi angeli trasfigurati dalla luce”, come è stato opportunamente notato (P. Ceschi Lavagetto, 1985).

Guercino a Piacenza
Profeta Aggeo - Guercino

Aggeo, raffigurato in sembianze giovanili, di profilo a sinistra, si distingue per l’ampio copricapo e il mirabile stacco cromatico tra la sontuosa veste ocra a decori ogivali e il manto azzurro; trattiene una tavola, lo sguardo rivolto all’angelo che gli parla dall’alto. Un messaggero a figura intera, posto di scorcio in basso e svincolato dalla composizione, mostra un tomo su cui si legge “IMPLEBO DOMVM ISTA[M] GLORIA” (Aggeo 2,8 – “Io riempirò questa casa di gloria”), riferimento al corpo di Maria, “tempio” della presenza divina.

Guercino a Piacenza
Profeta Osea - Guercino

La figura scultorea di Osea è affrescata di tre quarti, magistralmente panneggiata, in atto di leggere la pergamena dispiegata da un angelo. In basso due messaggeri celesti recano una lastra con la scritta “SPO[N]SABO TE MIHI IN SE[M]PITERNV[M]” (Osea 2,19 - “Ti farò mia sposa in eterno”), in primis riguardante Israele sposa del Signore, ma applicabile a Maria con significato analogo.

Guercino a Piacenza
Profeta Zaccaria - Guercino

Zaccaria è raffigurato assorto; in sembianze prestanti, si staglia contro il cielo azzurro vestito di un drappo rosso che scopre il torace e le braccia muscolose. E’accompagnato da due angioletti che confabulano esibendo un cartiglio con l’oracolo “HABITABO IN MEDIO TVI AIT D[OMI]NVS” (Zaccaria 2,10 - “Abiterò in mezzo a te, dice il Signore”), richiamo a Gerusalemme che ricevette la presenza del Signore come Maria.


Scene della vita di Cristo

Guercino a Piacenza
Riposo durante la fuga in Egitto - Guercino

Nel dipinto murale spicca il protendersi trepidante del Bambino verso il grembo materno, ma non è meno coinvolgente il paesaggio percosso dal vento con edifici e macchiette nello sfondo. Gli studi preparatori rintracciati sono molti. Dettagli come il violino dell’angelo a sinistra esaltano le doti disegnative del maestro centese.

Guercino a Piacenza
Annuncio ai Pastori - Guercino

Un giovane assopito primeggia sulla destra appoggiato a rovine, mentre tre compagni guardano intimoriti l’angelo che irrompe dal cielo portando un annuncio salvifico. L’assetto impeccabile rende eloquente la resa dello sfondo dove un gregge riposa tra gli alberi, due pastori dormono e un altro alza le braccia in segno di meraviglia.

Guercino a Piacenza
Adorazione dei Pastori - Guercino

Conclusa in ben sedici giornate, la scena fu preceduta da una serie di studi tra cui il bel foglio a sanguigna in mostra a Palazzo Farnese con la Vergine che sostiene premurosa il Figlio. Protagonista del dipinto è Gesù che riceve doni dai pastori deposto sulla mangiatoia, sotto gli occhi vigili della Madre e di San Giuseppe, alla presenza di due angeli.

Guercino a Piacenza
Presentazione al Tempio - Guercino

Una lunetta che ispirò repliche locali, per la quale uno schizzo autografo piuttosto fedele si trova a New York, è quella della Presentazione al tempio. Il sommo sacerdote Simeone giganteggia al centro, seduto col Bambino tra le braccia e sfarzosamente vestito, affiancato dalla Madonna genuflessa; ai lati, in un piano arretrato, osservano San Giuseppe e l’anziana Anna, recante due colombe simbolo di sacrificio.


Le Sibille

Le figure muliebri, prive di attributi identificativi se non rotoli e libri evocanti i loro responsi, furono in parte danneggiate a inizio Novecento, durante i lavori promossi da Scalabrini, col ripristino delle monofore centrali. Erano state sostituite all’epoca degli affreschi con altre rettangolari sormontate da cartigli in stucco alternamente occupati da scritte bibliche e stemma del vescovo Linati.
Delle affascinanti profetesse sotto lo spicchio di Ezechiele la prima, inturbantata, indica un punto alla compagna presentata in atto di scrivere, a capo velato e con sontuosa veste damascata a fondo oro.

Delle due profetesse sotto il profeta Geremia, quella a sinistra, di profilo, ha i boccoli raccolti in un elaborato torchon, mostra un rotolo con iscrizione indecifrabile e guarda verso l’altra pomposamente abbigliata, qualificata da un turbante con diadema che nasconde in parte chiome color miele.

Il Guercino ha realizzato nell’anno conclusivo della decorazione quattro coppie di Sibille superbamente abbigliate che siedono ai lati delle finestre in altrettante lunette. Fungono da esplicito supporto iconografico alle rivelazioni profetiche soprastanti.
L’unica sacerdotessa presentata di fronte è sotto lo spicchio del profeta Isaia a sinistra: una vera bellezza con il perfetto ovale del volto incorniciato da riccioli chiari inghirlandati, il busto fasciato da un corsetto verde a rombi dorati, la veste azzurra percorsa da lumeggiature in oro. Reca una mano al petto e con l’altra stringe un plico, senza prestare attenzione alla giovane compagna che guarda in alto e poggia le mani su un libro chiuso, raffigurata con i capelli castani sciolti e legati da un nastro.

Guercino declina il tema, che fu tra i prediletti sino alla fine della sua carriera, creando donne incantevoli dai lineamenti e dalle pose variate.
Sotto l’immagine del profeta Osea, la profetessa a sinistra intenta nella lettura di un libro, ha ciocche bionde fermate da una sorta di intreccio, veste un manto profilato d’ermellino, quella a destra trattiene un volume chiuso, contraddistinta da forme floride e copricapo orientale.


I Fregi policromi

La mano del Guercino raggiunge esiti felici anche nel fregio policromo del tamburo, in cui si avvicendano putti carnosi, colti in atteggiamenti diversificati, recando rigogliosi festoni di fiori e di frutta invitante.


I Fregi monocromi

Rispetto alle parti policrome, appare meno incisivo pur se gradevole lo stile delle porzioni a grisaille, attribuite a collaboratori. Rappresentano putti e figure allegoriche adagiate entro cartigli che rammentano quelle del ciclo di Casa Pannini a Cento.